indietro

Sustainable Talks: uno sguardo innovativo e d’avanguardia sui principi ESG 

13 Luglio 2024

Di cosa hanno parlato gli ospiti della parte pubblica dell’Assemblea Generale della Federazione, che si è tenuta a Roncade a fine giugno.

image

Che cosa significa una transizione giusta? Qual è il ruolo di un’associazione? Cosa significa trattenere e coltivare il talento in Italia? Quali orizzonti per l’economia circolare nel settore? In che modi si possono coltivare modalità di pensiero e di progetto collettive? – sono solo alcuni dei temi affrontati ai Sustainable Talks dell’Assemblea Generale di FederlegnoArredo che quest’anno si è tenuta nella sede di H-FARM a Roncade, in provincia di Treviso.

Ospiti di questo incontro, aperto a pubblico e stampa, sono stati Riccardo Donadon, Presidente di H-FARM, l’on. Vannia Gava, Viceministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Roberto Coizet, Presidente di Centro Materia Rinnovabile, Claudio Feltrin, Presidente di FederlegnoArredo, e Maria Porro, Presidente di Salone del Mobile.Milano e di Assarredo con la delega alla sostenibilità, con la moderazione di Alessandro Garofalo, fisico nucleare e esperto di innovazione.

on. VANNIA GAVA

A lanciare il tema che, come in un circolo virtuoso, ha aperto e chiuso il dialogo, è stato un proverbio greco che recita “una società diventa grande quando gli anziani piantano alberi alla cui ombra sanno che non si potranno mai sedere”, a partire dal quale si è avviato un confronto su significati e sfaccettature di sviluppo e innovazione sostenibili.
Ad aprire l’incontro l’onorevole Vannia Gava ha chiarito come, secondo il MASE, affrontare una transizione giusta significhi porsi obiettivi ambiziosi, che siano tuttavia anche realistici e soprattutto perseguibili, trovando i giusti compromessi tra tutela dell’ambiente e sostenibilità, immaginando lo sviluppo sostenibile come sviluppo dell’economia e includendo la salvaguardia dei posti di lavoro. “Siamo il secondo paese manifatturiero d’Europa – afferma – e dobbiamo partire dal presupposto che le nostre imprese sono motore di crescita e con queste vanno concordati gli obiettivi da perseguire e anche in mezzi per conseguirli.”

In questo, un buon rapporto di collaborazione e cooperazione tra la Federazione e il Ministero costituisce una chiave di successo fondamentale: avere visioni simili significa lavorare per trovare dei punti di mediazione tra gli enti per modificare e migliorare continuamente normative e regolamenti. “Un esempio pratico – secondo il Viceministro – è proprio il progetto con cui FederlegnoArredo ha promosso e interpretato un sistema EPR che sviluppa nuove pratiche di gestione dei rifiuti e la sostenibilità nel settore dell’arredo, dando vita a un consorzio volontario, che è determinante per accelerare i traguardi della sostenibilità dell’intero comparto e anche rinnovare le strategie di tutta la filiera. Un progetto importante, che integra una serie di azioni e obiettivi per il miglioramento della raccolta e della tracciabilità dei rifiuti, interpretando a pieno lo spirito dell’economia circolare.”

RICCARDO DONADON

Anche nella storia di Riccardo Donadon pensiero individuale e collettivo si intersecano, dando forma ad una visione che si proietta verso le generazioni future e dove alta tecnologia e salvaguardia di uomo e ambiente sono intrecciate. La sua carriera inizia in maniera analoga a tante di quelle diventate famose nei circuiti della Silicon Valley: fine anni 90, un gruppo di ragazzi inizia a lavorare su internet e si ingegna per progettare e programmare servizi e impianti digitali che crescono con velocità e successo. Poi un gap year, e nel 2005 arriva l’idea di H-FARM, tenuta nella pianura veneta con 44 rustici che una quindicina di anni prima sembrava fosse destinata a diventare la sede di Eurodisney e che oggi è il parco tecnologico numero 1 in Italia. “Nel 2004 ho valutato di andare in California, sarei stato di quei talenti (o presunti talenti) che se ne andava, ma desideravo provare a creare un luogo che potesse trattenere il talento, che potesse fare in modo addirittura di attrarre talento dall’estero, e dimostrare che in Italia – oltre a tutte le cose meravigliose che già sappiamo fare – possiamo fare molto anche nel digitale. Così ho avviato H-FARM: prima un rustico, poi un altro rustico, uno sviluppo, poi un altro sviluppo… eravamo comprensibilmente incompresi, investivamo solo sulle start-up, su ragazzi che erano gli unici che capivano cosa volessimo costruire. I risultati ci hanno premiato e abbiamo dato un segnale che il digitale si può fare anche da un luogo in mezzo ai campi. Non occorre essere a Parigi, a Londra, a Milano. Ci sono delle grandi opportunità per trattenere i nostri giovani e farne arrivare altri, perché soprattutto l’AI richiederà tanto umanesimo e tanta capacità umanistica: noi non dobbiamo andare a cercarla tanto lontano, siamo gli unici che possono cominciare a pensare, una volta che fa tutto il computer, perché abbiamo delle basi e una storia alle spalle clamorosa.”

ROBERTO COIZET

Insieme a FederlegnoArredo, Centro Materia Rinnovabile – presieduto da Roberto Coizet – sta lavorando alla costituzione di un consorzio per il sistema EPR, un percorso condiviso e dal fortissimo carattere collettivo. “Il tratto interessante di questo progetto – afferma – è vedere un mondo industriale che si appropria di questo sistema e questo modo di pensare armonicamente, senza sentirlo come qualcosa di estraneo; è un mondo industriale che sente il conflitto di una situazione nella quale i vincoli ambientali possono diventare un freno all’industria anziché un elemento di sviluppo. Per riuscire a farli diventare un elemento di sviluppo bisogna essere bravi, bisogna avere un’intelligenza che coniuga l’esigenza dell’industria attuale con una prospettiva che si muove con logiche diverse.” Il progetto EPR (acronimo di Responsabilità Estesa del Produttore) persegue dunque gli obiettivi fissati dall’Unione Europea – centrati prevalentemente sul tema dei rifiuti ma non solo – condividendone i principi nell’interesse della collettività e facendolo con un sistema progettato in maniera coordinata e cooperativa dalle imprese stesse. “Questa grande ‘macchina consorziale’ sarà immaginata per gestire in un modo sano dal punto di vista economico, ambientale e di settore – prosegue Coizet – l’uso di materiali, materie prime e stili di consumo. Oggi la qualità dei prodotti non è solo un’esigenza ambientale, ma anche delle imprese. Creare un mercato sostenibile è una richiesta concreta anche da parte dei consumatori e non soltanto da istanze ambientaliste: c’è un momento di collettività, che si sta ponendo un problema, a cui l’impresa può rispondere. Per farlo, riprendendo la metafora iniziale della piantumazione degli alberi, è indispensabile distinguere se ragionare a breve termine o ragionare a lungo termine. Nel primo caso si rimane dentro logiche di mercato immediate, senza prospettive, guadagnando la propria posizione sul presente. Lavorando a lungo termine si ottengono, invece, effetti sulla qualità prodotti, sulla loro identità, sul modo in cui vengono consumati, sull’allungamento del loro ciclo di vita, sul loro impatto, sulla loro cultura. È un’operazione che guarda al futuro senza mettere in crisi le strutture dal punto di vista economico, perché il dispositivo prevede che mettendosi insieme, ridistribuendo gli investimenti, collocandoli in parte sulle imprese e in parte sui compratori con una responsabilità condivisa, questa macchina riesca a funzionare coinvolgendo migliaia di imprese direttamente e decine di migliaia indirettamente. Cambierà anche la modalità di stile di consumo perché non farlo costituirebbe, nel medio periodo, un danno economico. Il progetto è quindi un tentativo di coniugare il tempo breve e immediato dell’azione industriale con l’intelligenza di guardare a una prospettiva futura: è un metodo affinché questo settore possa diventare un buon antenato per tutti coloro che se ne occuperanno a seguire.

CLAUDIO FELTRIN

Per operare in queste cornici complesse, i ruoli delle associazioni e della Federazione sono fondamentali: è complicato perchè lo si fa spesso in un contesto di “coopetizione”, parola che Alessandro Garofalo introduce per indagare le modalità in cui è possibile cooperare tra concorrenti; “non tutti sono disponibili ad avere il concorrente accanto nello sviluppo di progetti comuni”.
Il Presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin, ha spiegato infatti che “siamo tutti veramente sulla stessa barca. Può sembrare una metafora banale, ma siamo tutti quanti parte di una filiera lunghissima che parte dall’albero e arriva al prodotto finito. Anche quando nascono delle tensioni tuttavia – ed è fisiologico dal momento che ci sono interessi spesso contrastanti – il successo sta nel trovare gli stimoli e i principi per andare d’accordo, costruendo un bene comune di cui beneficiare alcuni a valle, alcuni a monte. Se siamo tutti forti, traiamo tutti un vantaggio tangibile, e di questo siamo diventati consapevoli in maniera fattiva.”

MARIA PORRO

Uno degli esempi più emblematici di questi modelli di cooperazione e competitività positiva è il Salone del Mobile.Milano, uno dei più grandi e consolidati progetti della Federazione, uno degli anelli di questa filiera complessa e completa. A questo proposito, la Presidente della Manifestazione Maria Porro ha ricordato un esempio virtuoso: «Nel 2021, il Salone del Mobile è stato il primo evento internazionale a tornare in presenza. L’ha fatto con un format di transizione: il supersalone. In quell’occasione abbiamo chiesto allo studio Formafantasma di realizzare un omaggio simbolico per il Presidente Sergio Mattarella che ci ha dato l’onore della Sua presenza all’inaugurazione della Manifestazione. Il supersalone poteva essere solo un simbolo. La vera sfida è trasformare i simboli in progetti concreti che abbiano gambe per camminare. E questo è quello che sta cercando di fare la Federazione, attivando progetti complessi attraverso le associazioni: FLA Plus e il progetto EPR arrivano dal basso, dall’ascolto delle aziende. Il Salone lo fa impegnandosi in prima linea, in primis su una delle sfide più urgenti del settore: la sostenibilità. Il Salone ha aderito al Global Compact, ha ottenuto la certificandosi ISO 20121 che ne riconosce il percorso etico e sostenibile nella gestione dell’evento, con parametri di riferimento condivisi e unificati, è impegnato in un costante dialogo con le associazioni, cercando di costruire, passo dopo passo, un ecosistema integrato. Il Salone deve la sua forza a una varietà e vastità di soggetti che hanno caratteristiche ed esigenze differenti. Il lavoro straordinario della Federazione è cercare di trasformare e valorizzare la qualità di questo ecosistema in una direzione di sostenibilità che sia certificata e riconoscibile. Le nostre aziende conservano in maniera intrinseca le caratteristiche proprie di un approccio sostenibile, perché da anni investono sulla qualità, sulla manifattura e sulla costruzione di luoghi di lavoro confortevoli per i propri dipendenti. Il Salone e la Federazione stanno facendo uno sforzo perché questa qualità, che non si vede ma c’è, sta dietro, diventi visibile perché pensiamo tutti che sia una leva competitiva straordinaria. In sintesi, combinare i simboli a prese di posizione forti e concrete, può essere quindi la chiave per costruire azioni a vantaggio delle generazioni future».